ETFE VS pallina da tennis e da golf

ETFE VS pallina da tennis e da golf

A completamento dell’articolo sull’ETFE e la grandine che testava la resistenza di un film da 300 micron a seguito della caduta di oggetti dall’altro, abbiamo voluto spingerci oltre e testare cosa potrebbe accadere nel caso di lanci intenzionali di oggetti contro i film in ETFE.

Abbiamo quindi testato l’impatto di palline da tennis lanciate da uno sparapalle a 150 km/h e quello di una palla da golf, ad una velocità di circa 200 km/h. Nella tabella di seguito ecco i valori di test e il paragone con una grandinata in grado di sprigionare la stessa energia all’impatto (J).

Massa (gr) Velocità all’impatto (km/h) Energia all’impatto (J)         —-> Dimensione grandine Massa (gr) Velocità all’impatto (km/h) Scala Torro
Pallina da tennis 47 150 39.5 Equivalente diam 40 mm 30 150 H3-H6
Pallina da Golf 46 200 69.57 Equivalente diam 50 mm 60 172 H4-H7

Dalla tabella si evince come la palina da tennis lanciata dallo sparapalle è equivalente ad un chicco di grandi di circa 30 gr. mentre la pallina da golf equivale ad un chicco di grandine di 60 gr, in caduta libera (circa 172 km/h).

I risultati del test sono più che mai sorprendenti.

Nel caso delle palline da tennis, la superficie di ETFE non subisce alcuna deformazione, né elastica né tantomeno plastica. Le palline da tennis lasciano sulla superficie dell’ETFE dello sporco che può essere totalmente rimosso pulendo la superficie con alcool. La ragione di questo risultato è dovuta al fatto che la pallina ha un’area di impatto piuttosto grande, in grado di distribuire bene la forza ed è piuttosto morbida, deformandosi al momento dell’impatto.

Nel caso della pallina da golf, invece, avendo una velocità maggiore, una superficie di impatto più ridotta ed essendo molto più rigida rispetto alla palla da tennis, l’ETFE si deforma plasticamente. La pallina da golf lascia una impronta di sé stessa sull’ETFE molto definita, fino addirittura a lasciare sul  film un timbro degli esagoni del pattern di cui è composta.

Sebbene il danno, a prima vista, sembri irreparabile, attraverso l’utilizzo del phon ad aria calda, è possibile scaldare l’area interessata e ridurre fortemente la deformazione. Al primo ciclo di riparazione, la superficie riprende completamente la planarità e il difetto risulta molto poco visibile ad occhio nudo da una distanza di qualche metro. Ripetendo questa azione diverse volte a distanza di qualche minuto, il materiale riprende quasi totalmente la sua forma originaria. La riparazione avviene tanto più velocemente, quanto più il materiale è ben teso ma è possibile, con pazienza, riparare anche zone non molto tensionate.

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