Le facciate tessili: definizione e tipologie

Le facciate tessili: definizione e tipologie

Negli ultimi anni l’interesse verso le facciate tessili è in grande aumento e coinvolge sia enti pubblici che aziende e, in qualche caso, anche privati. Questo fenomeno si spiega con il fatto che sempre più spesso è necessario intervenire su edifici esistenti in modo leggero e “delicato” salvaguardando l’integrità strutturale dell’esistente ma realizzando un nuovo involucro che solitamente deve rispondere alle esigenze elencate qui di seguito:

  • rinnovamento estetico dell’immagine dell’edificio, realizzando un volume più pulito e caratterizzato, magari nascondendo eventuali aggiunte/modifiche e/o elementi tecnici quali scale, sistemi di aerazione e di condizionamento.
  • protezione solare/isolamento grazie alla costruzione di una seconda pelle con il compito di catturare e riflettere il calore solare d’estate e mantenere sempre asciutta la muratura esistente grazie all’effetto camino, ventilante dell’intercapedine che si viene a creare tra la parte nuova, aggiunta e l’esistente.

Le tipologie di facciate tessili

Per un approfondimento generale sulle facciate tessili, consigliamo di riferirsi alla pagina completa: https://www.macotechnology.com/prodotti/facciate-tessili/ In questo articolo, invece, approfondiremo come facciate tessili si possono distinguere per tipologia a seconda delle caratteristiche costruttive che le compongono. In questo modo cercheremo di aiutare gli interessati ad identificare i prodotti più adatti alle loro esigenze.

La facciata tessile a pannelli (textile facade)

Il sistema si compone di una serie di pannelli di forma diversa la cui dimensione limite è dettato dal sistema di trasporto. Non sono rare le produzioni di pannelli di dimensioni 2.5m per 8m o anche 10 metri. I pannelli sono costituiti da 2 elementi: A) il telaio si bordo B) il telo o film di rivestimento.

Il telaio di bordo è solitamente in alluminio, studiato il modo da tensionare il telo a seconda dei carichi necessari. Quando i telai sono molto grandi, necessitano di barre distanziali di irrigidimento che possono essere permanenti o temporanee, ossia rimosse una volta che il pannello è stato posato in opera. I pannelli, prodotti in azienda, sono trasportati in cantiere e posati su una sottostruttura (solitamente anch’essa in alluminio), a formare un graticcio di montanti e traverse. Questa sottostruttura viene staffata all’edificio esistente tramite fissaggi in carpenteria metallica imbullonati o tassellati all’edificio esistente. Sul mercato esistono varie tipologie di profili adatti alla produzione di facciate tessili. Ogni profilo ha la sua caratteristica peculiare che può andare dalla robustezza alla possibilità di realizzare forme 3d, attraverso calandratura, al grado di sigillatura o ancora alla dimensione della fuga tra due pannelli. Riguardo quest’ultimo punto, se i sistemi standard prevedono una fuga di circa 15 mm, esistono sistemi più sofisticati che permettono di ottenere fughe anche di soli 4-5 mm tra pannelli.

La facciata tessile a pannelli permette una produzione di serie in azienda e minimizza i tempi di posa in opera. I limiti geometrici e dimensionali sono solo quelli dettati dai sistemi di trasporto.

Qui alcuni esempi:

Faccia tessile a pannelli 3D

Facciata tessile a pannelli

Hospitality Yamaha MotoGP

Il rivestimento tessile (textile covering)

Il rivestimento tessile di una facciata, invece, prevede la posa di una serie di profili di tensionamento a binario, in alluminio, a cui viene agganciato il telo. Questi binari fungono da sottostruttura e da telaio dei pannelli allo stesso tempo. Il vantaggio di questo sistema costruttivo  è che i binari sono montati in opera e quindi trasportati in cantiere in barre (a differenza dei telai del sistema a pannelli), senza limiti di dimensioni. Possono essere quindi realizzate campiture anche di 5 metri di larghezza fino a 20, 30 metri in lunghezza. Il telo viene quindi trasportato indipendentemente e tensionato in opera. Con questo sistema si possono quindi realizzare facciate molto grandi minimizzando la carpenteria metallica di supporto. Lo svantaggio sta nella necessità di realizzare gran parte delle opere in cantiere. La sostituzione/riparazione di eventuali danni, è proporzionale alla dimensione degli elementi installati: più grande è l’elemento, maggiore è la superficie che dovrà essere sostituita in caso di danno.

Qui alcuni esempi:

Rivestimento tessile per facciata

Facciata tessile – Parigi

 

Limiti dimensionali

Se nel sistema di facciata tessile a pannelli è chiaro che il limite dimensionale è il mezzo di trasporto,  diventa difficile superare la dimensione di 2.5mx10m, il rivestimento tessile potrebbe, teoricamente, creare pannelli di dimensioni molto maggiori. Nella realtà, aumentando le dimensioni, aumenta la tensione necessaria da introdurre nell’involucro, al fine di resistere ai carichi vento esterni. Aumentando di molto le dimensioni si arriva quindi al limite definito dalla resistenza del telo che, in aree geografiche con venti tra i 25 e i 27 m/s è tra i 4 e i 5 metri di luce corta. Per quanto riguarda il lato lungo, invece, non ci sono limiti dimensionali se non dettati dalle difficoltà di montaggio. Nel caso fosse necessario realizzare campiture con lati corti maggiori di 4 o 5 metri, è necessario innervare la membrana di cavetti in acciaio inseriti in apposite tasche che hanno il compito di assorbire il carico vento in pressione e depressione. Se strutturalmente questa operazione è molto efficace, dal punto di vista estetico, spesso, limita la pulizia dell’involucro. E’ necessario quindi valutare attentamente la soluzione tecnologica più adatta alle esigenze, mantenendo un compromesso tra dimensioni e estetica.

Qui un esempio:

Faccia in ETFE – Singolo layer

Modulo di facciata in cuscino in ETFE

Facciate tessili: vantaggi tecnologici ed economici

Ci viene spesso chiesto come mai un cliente dovrebbe scegliere una facciata tessile. Nell’esperienza maturata in questi anni possiamo idividuare chiaramente 3 casi in cui la facciata tessile è la soluzione migliore:

  1. Dal punto di vista tecnico, le facciate tessili permettono la realizzazzione di superfici/volumi curvi e in 3d, cosa molto costosa se non impossibile con materiali rigidi quali vetro o compositi (dibond, laminati)
  2. Nel caso fosse necessario realizzare una seconda pelle trasparente, traslucente o filtrante, il mondo dei film e del tessile permette varie alternative a costi molto più bassi rispetto ad una facciata in vetro. Dall’ETFE (trasparente o stampato) diretto competitor del vetro, alle reti in poliestere splamato PVC che permettono la visione verso l’esterno mentre filtrano la vista dall’esterno, ai semplici tessuti splamati che possono essere retroillumintati, esisten una gamma di prodotti a prezzi molto diversi tra loro che possono incontrare le esigenze estetiche più sofisticate.
  3. Nel caso di involucri opachi, invece, una facciata tessile è la soluzione giusta nel caso sia richiesta la realizzazione di grandi superfici minimizzando la quantità di carpenteria di supporto (pensiamo per esempio ad un edificio in cui non è possibile staffare la sottostruttura in modo continuo a causa della muratura esistente o della presenza di aperture.

Le facciate tessili, l’architettura guarda il futuro

Il mondo dell’architettura, sebbene statico e legato al tradizionale concetto di durata, è in evoluzione. Le facciate tessili, in questo contesto, danno slancio all’involucro che diventa esso stesso veicolo di comunicazione e immagine grazie alla possibilità di personalizzazione attraverso una moltitudine di colori e di effetti (trasparenza, traslucenza, filtro) ma e anche grazie alla stampa digitale, che permette in modo economico e rapido un veloce cambio d’aspetto, anche con una certa frequenza. Non bisogna avere timore nel imamginarsi il sistema di facciata come un vestito che può essere sostituiro per la parte del solo involucro, all’occorrenza. In quest’ottical, linvestimento di una facciata tessile può avere interessanti risvolti.

 

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